Insania – La Grande Apocalisse

Insania – La Grande Apocalisse

Insania – La Grande Apocalisse

Ho un rapporto piuttosto buono con il power metal. È uno dei generi che mi piace esplorare. Così, è arrivata la notizia da Frontiers che la band svedese Insania stava per pubblicare un nuovo album ed ero impaziente di ascoltarlo. Voglio saperne di più.

Dici che sono in circolazione dal 1992 e hanno all'attivo cinque album completi. Come tutte le band, hanno avuto alti e bassi, cambi di formazione e una situazione di stallo a partire dal 2007. Quattro anni dopo "V (Praeparatus Supervivet)", "The Great Apocalypse" arriva per raccogliere altri allori sul loro cammino. È più oscuro del precedente perché continua a confrontarsi con la rabbia distruttiva dell'umanità. La furia che semina bruttezza ad ogni passo, che non impara dai propri errori e continua finché?? Fino alla distruzione totale.

"The Trinity" apre l'epico album degli Insania con ritmi veloci e un'essenza di drammaticità. La voce di Ola Halén è caratterizzata da una profonda tavolozza vocale che si sposa alla perfezione con la batteria infernale di Mikko Korsbäck, le chitarre esplosive di Niklas Dahlin e il basso pesante di Erik Arkö. Nonostante la velocità, ha anche una dolcezza, quella di una fiaba, anche se se ci si siede e si ascolta attentamente il testo, ci si rende conto della portata della serietà di chi canta.

Segue "Indestructible", teatrale, passionale e assolutamente melodico e dinamico.

Questa bellezza di potenza, che ti porta in un viaggio, che ti "immerge" ritmicamente e melodicamente, è la grandezza che tiene ogni fan incollato alla sua rete. Con "No One's Hero" la band dipinge su una tela scura una tavolozza piena di colori sfocati. Lascia che la melodia ti si avvicini con audacia e che la voce ti trascini nel suo vortice. "Afterlife" è anche veloce con una dose di epic metal più pesante. I tamburi ruggiscono come se cercassero, attraverso i loro ritmi, di dare la spinta per fare qualcosa prima che sia troppo tardi. Gridano "Agite" e ci chiedono di sollevare il sipario e di vedere come siamo diventati la grandezza che ci è stata data. Se questo non è il momento per... "Rivoluzione", allora sinceramente non so quando lo sarà. Più cose vediamo intorno a noi, più percepiamo. È giunto il momento di lasciarci alle spalle tutto ciò che ci divide e, insieme, come fratellanza globale, di riprendere in mano ciò che ci viene sottratto, di lasciare respirare il pianeta, di diventare migliore e di cacciare i leader egoisti dai loro troni.

La prossima tappa è "The Prophesier", con aperture potenti e brillanti e melodie che restano impresse nella mente in modo semplice e unico. La teatralità ritorna in "Fire From Above" con i suoi suoni aspri e coinvolgenti e l'atmosfera operistica. Bellissimo suono che piacerà a tutti gli amanti del genere. “Underneath The Eye” è maestoso e pieno di energia. Mikko alla batteria non è mai in silenzio, il battito delle chitarre di Niklas è incessante, i riff ossessionanti con il rigonfiamento assoluto dei bassi e la voce che ti guarda con aria furtiva, a volte con una tendenza melodica e a volte con la tendenza a diventare tutt'uno con l'infinito. L'album si chiude con il brano di quindici minuti "The Great Apocalypse (When Hell Is All Around)", che riassume l'intero viaggio dell'umanità. Un finale che lascerà le migliori impressioni per il nuovo album.

Buon viaggio, cari!!

Maria Zarakovitis

8/10

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